Orchestra Sinfonica di Milano - Articoli

Intersezioni.

Quando la musica sinfonica dialoga con il mondo che la circonda

Pubblicato il 03/10/2024

La musica crea ponti, stabilisce connessioni, ed è, per sua natura, una forma d’arte estremamente inclusiva verso il resto della realtà. 
L’Orchestra Sinfonica di Milano, consapevole di questo potere intrinseco della musica, crea continuamente corrispondenze con le altre discipline. Dopo il successo delle scorse stagioni per la rassegna “Musica & Scienza”, con cui la musica sinfonica ha di volta in volta dialogato con discipline scientifiche diverse, la Sinfonica allarga ulteriormente la sfera d’indagine, ampliando la varietà di discipline con cui mettere in conversazione la musica sinfonica, e aprendo il campo dalle scienze a tutto lo scibile, e proponendo quest’anno la rassegna “Intersezioni”, con cui la musica dialoga con tutte le altre forme d’arte e non solo.
Interdisciplinarietà e volontà di comunicare a tutti, specialisti e non, sono due delle cifre che contraddistinguono questa appassionante rassegna, in un tentativo di ricerca di analogie, similarità, principi che ricorrono, e che ci aiutano, forse, a decifrare meglio la realtà in cui viviamo.
Nell’ambito della Stagione 2024/2025, la musica sinfonica dialoga con quattro altre discipline: arte figurativa, astronomia, botanica e cinema, affiancando l’Orchestra a specialisti dei vari ambiti, grandi professionisti e ricercatori, un poker di appuntamenti preziosi che offrono spunti per rivolgersi a un pubblico non necessariamente abituato alla fruizione di musica sinfonica, ma interessato ad altri ambiti che, come vedremo, con la musica sinfonica possono dialogare in maniera proficua e intelligente.
Il primo appuntamento della rassegna Intersezioni è in cartellone per sabato 26 ottobre alle ore 18, quando va in scena uno spettacolo in collaborazione con la Pinacoteca di Brera e con la Biblioteca Nazionale Braidense: parliamo di “Nostalgia della bellezza”, un appassionante parallelismo tra arte e musica insieme ad Angelo Crespi, Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense, in un dialogo con Luca Baccolini. Al centro di questa appassionante riflessione, appunto, la Bellezza. Quando le arti dialogano, si sa, abbiamo la speranza di avvicinarci di un centimetro in più alla Verità, se ne esiste una. In ogni caso, due arti che si relazionano non fanno che parlare in coro di Bellezza, il supremo adeguamento dell’uomo alla realtà che lo circonda. Ma non c’è solo Bellezza, l’arte talvolta spinge al Sublime, un sentimento di spaesamento che genera un “orrore che delizia”, per dirla con Edmund Burke. Il primo appuntamento di “Intersezioni” vede la musica sinfonica a colloquio con l’arte, un’apertura in grande stile sulle musiche di Mozart, Beethoven, Mendelssohn.
Il secondo appuntamento della rassegna sposta l’indagine sull’astronomia, perché sabato 30 novembre arriva in Auditorium Voyager Golden Record. La musica nello spazio profondo: sulle note di Bach, di Mozart e di Beethoven, l’Orchestra Sinfonica di Milano dialoga con Matteo Miluzio, astrofisico che gestisce “Chi ha paura del buio?”, portale di divulgazione scientifica tra i più importanti del nostro Paese. Si parte da un fatto storico estremamente interessante: il lancio delle sonde Voyager nello spazio profondo nel 1977 da parte della NASA, ciascuna delle quali portava con sé il Voyager Golden Record, un messaggio musicale e culturale destinato a eventuali civiltà extraterrestri. 
Matteo Miluzio esplora il significato di questo straordinario gesto: la scelta dei suoni, musiche e immagini per rappresentare l’umanità nell’immensità del cosmo. Un viaggio musicale condiviso con Luca Santaniello, primo violino dell’Orchestra, che ripercorre alcuni brani incisi su quel disco d’oro, per riflettere sul potere della musica come linguaggio universale, capace di trascendere i confini dello spazio e del tempo.

Un evento in collaborazione con “Chi ha paura del buio?” e Focus, Media Partner dell’Orchestra Sinfonica di Milano.
Per il terzo appuntamento di “Intersezioni” ci spostiamo nel mondo della botanica. Sabato 22 febbraio è il momento de Il pianeta delle piante, appassionante parallelismo tra musica e botanica a cura di Nicola Campogrande, compositore in residenza dell’Orchestra, e Stefano Mancuso, botanico e divulgatore che ha già collaborato con l’Orchestra in occasione del Focus Live del 2023. Al pianoforte Claudio Bonfiglio, sotto la direzione di Nicolò Jacopo Suppa, sulle musiche di Beethoven e Campogrande stesso. In questo caso, due tra i più conosciuti e appassionati divulgatori italiani, Campogrande e Mancuso, ci invitano a riflettere sul nostro rapporto con la natura attraverso la musica, per immaginare un futuro più armonioso e sostenibile. In questo caso, l’indagine prende le mosse da una riflessione condivisa, molto cara all’Orchestra Sinfonica di Milano, istituzione sensibile ai temi relativi all’ambiente e alla sua salvaguardia: la vita sulla Terra è preziosa, ma le attività dell'uomo stanno minacciando gravemente la sua diversità. Le piante, che costituiscono la maggior parte della vita sul pianeta, sono fondamentali per la nostra sopravvivenza, eppure ne sottovalutiamo l'importanza e le capacità straordinarie, come l’intelligenza e la comunicazione con l’ambiente. Vedremo insieme che le città, oggi, sono il principale motore dell'aggressione ambientale: è urgente trasformarle in “Fitopolis”, città viventi che integrano la natura e promuovono la sostenibilità.

A conclusione della rassegna, un interessante parallelismo con la “settima arte”, il cinema. Sabato 12 aprile arriva sul palco dell’Auditorium di Milano Gianni Canova, uno dei massimi critici cinematografici italiani, che, in conversazione con il musicologo Emilio Sala, dà vita allo spettacolo intitolato Realtà della visione. Prodigi musicali nel cinema di Fellini, sulle musiche di Nino Rota eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Andrea Oddone. Al centro dell’indagine, proprio la produzione cinematografica del regista di Amarcord, e del suo strettissimo rapporto con le colonne sonore di Rota e di Piovani, senza le quali è difficile immaginarlo. Dalle ‘fanfare’ trascinanti de Lo sceicco bianco alle melodie malinconiche de I vitelloni fino alla pulsante ondosità de La dolce vita, per non parlare delle struggenti note di Ginger e Fred e di La voce della luna, è la musica che contribuisce a inverare - di volta in volta - il credo felliniano secondo cui “l’unico vero realista è il visionario”.

Redazione

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