Il desiderio di Bellezza ha sempre trovato nell’arte la propria realizzazione. L’arte contemporanea spesso non assolve questo bisogno, del tutto umano, di Bellezza, cioè di trovare un senso resistente nello scorrere delle cose, nel precipitare della vita. La grande arte del passato, al contrario, riesce nel miracolo di farci contemplare nel frammento l’eterno. E lo fa attraverso la Bellezza che è il supremo adeguamento dell’uomo alla realtà che lo circonda, il suo stare di casa nel mondo. Ma non c’è solo Bellezza, l’arte talvolta spinge al Sublime che è, viceversa, non un felice adeguamento, semmai un sentimento di spaesamento e dispatrio che genera quello che Edmund Burke de niva un "delightful horror", un orrore che delizia.
La Bellezza — scrive Rilke — non è altro che l’emergere del Terribile, e in questa endiadi Bellezza-Terribile risiede il compito dell’arte.
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