31 marzo 1967. Festival di Monterey. Jimi Hendrix, il più grande chitarrista vivente, al termine di una massacrante esibizione di 'Wild thing', brucia la sua prima Fender Stratocaster per una scommessa persa con gli Who.
Sembra la logica conseguenza di quella esecuzione, in cui Hendrix sembra in preda al demonio, ma ogni nota va miracolosamente al suo posto. Quel falò sembra causato proprio dalla musica di Hendrix e non da un incendio volontario.
Il pubblico è in delirio. Non siamo più di fronte a un concerto. Siamo di fronte a un Sabba, un rito eleusino, una messa nera. Lo stesso diavolo che si aggirava per la sala ogni volta che Paganini imbracciava il violino, e che Liszt (il suo alter ego pianistico) dipinse in musica con il
Mephisto Waltz
, dedicato allo stesso personaggio che tenta Faust di vendergli l’anima per ottenere la conoscenza assoluta.
Due musicisti che hanno precorso i tempi e che hanno inventato di fatto il concetto di Rockstar, un misto di talento spropositato e di qualcos’altro, di mistico, di scandalosamente magnetico e conturbante.