"Il Flamenco è la presenza viva di una Musa. Una dea che rappresenta lo spirito più spontaneo della Spagna. Rappresenta la storia e tutto ciò che riguarda la Spagna, tutto ciò che è buono o che non lo é. È il legame con la storia, con la sensazione speciale che si prova in Andalusia".
Ci sono pochissime vere leggende viventi nel mondo della musica classica, poche che hanno mantenuto la grandezza e sono cresciute nel corso della loro vita. Pepe Romero è certamente uno di loro. Figlio di uno dei più grandi chitarristi del secolo scorso, Celedonio Romero, raccoglie l'eredità paterna e inizia sin da bambino a suonare la chitarra. Non sappiamo se prima ha iniziato a parlare o a suonare. Un incontro, quello con la chitarra, che fa parte della sua vita e alla domanda "Ricorda il momento in cui ha iniziato a suonare?", il maestro risponde "No, per me vuol dire chiedermi se ricordo quando ho detto la mia prima parola o quando ho iniziato a parlare". La vita e la chitarra sono un tutt'uno, non si può scindere presente e passato.
All'età di sette anni, Pepe Romero mise piede per la prima volta sul palco di un concerto, al Teatro Lope de Vega di Siviglia. E ora, più di settant’anni dopo, continua ancora a incantare il pubblico di tutto il mondo. Durante questo lungo periodo ha tenuto migliaia di concerti in tutto il mondo, molti con il Romero Quartet e come solista. Tante le Prime esecuzioni assolute, come quella di Zareh, il Concerto per chitarra e orchestra di Loris Tjeknavorian. Ha al suo attivo più di 60 registrazioni (tra cui 20 registrazioni di concerti con l'Accademia di St. Martin-in-the-Fields, sia con Neville Marriner che con Iona Brown) e ha collaborato con illustri direttori d'orchestra come Sir Neville Marriner, Rafael Frühbeck de Burgos, Jesús López-Cobos, Eugene Ormandy, Antoni Ros-Marbà, Josep Pons, Arthur Fiedler, Lawrence Foster, Enrique Jordá, Andre Kostelanetz, Leonard Slatkin, Phillipe Entremont, Odón Alonso, Morton Gould, Michael Palmer, Guillermo Figueroa, Michael Zearrot, Miguel Ángel Gómez Martínez, Pedro Halffter e Christoph Eschenbach.
Nel 2024 Pepe Romero festeggia 80 anni, una vita dedicata alla musica. Il maestro mi racconta in una chiacchierata online, in serata, per il fuso orario sulla Pacific Coast, di cosa significa per lui questo traguardo:
"Le celebrazioni per il mio 80° compleanno includono continuare a celebrare l'amore, la vita, come ho sempre fatto. Festeggerò con la mia famiglia, i miei amici, gli allievi, la mia vita e le straordinarie circostanze che mi hanno permesso di esprimere attraverso la musica. Festeggerò il mio compleanno (che ricorre l'otto marzo) anche a Milano con l'Orchestra Sinfonica di Milano (la Presidente Ambra Redaelli è stata mia allieva a Salisburgo) con il concerto
VIAGGI SPAGNOLI il 22 e 24 marzo in Auditorium. Poi andrò in Spagna e festeggerò con tutti i miei amici".
Con il passare del tempo, mi racconta sempre il chitarrista che "quello che cambia è il senso dell'estetica. Quando si è giovani, vivi le cose in modo diverso di quando invecchi, ma il focus rimane sempre lo stesso: la musica. Per me la musica è un modo attraverso cui poter affrontare la parte più spirituale, fantasiosa, e d'ispirazione della mia vita. Attraverso la musica posso esprimere sentimenti, pensieri, che non posso esprimere a parole".