Abbiamo cercato di rispondere a questa e ad altre domande con il musicologo
Marco Bellano, esperto di cinema d'animazione. "C'è un bilancio da fare, ma non può essere definitivo. Gli studios Disney hanno aggiunto proporzioni colossali perché hanno inglobato man mano tante altre realtà: Lucasfilm, Marvel, 100th Century Fox... Ora, all'interno del marchio Disney, si trovano storie e personaggi anti-Disney (per esempio
I Simpson, che per tanti anni ha rappresentato una risposta a un certo modo di fare animazione).
Da una parte, tutto ciò è positivo, perché spazza via tutta una serie di stereotipi intorno all'animazione Disney - causati probabilmente da loro stessi - ovvero l'idea di un cinema di animazione per bambini e famiglie, e di carattere educativo, e pertanto, se il cinema d'animazione dev'essere per l'infanzia e di qualità, l'unico termine di paragone può essere Disney, quella perfezione a cui siamo stati abituati a partire da
Biancaneve e i sette nani (1937).
Questo ha creato una specie di complesso d'inferiorità in Occidente, nell'area d'influenza degli Stati Uniti. "Seguo l'esempio di Disney o cerco di distinguermi (con i miei mezzi)?" Questo è il ragionamento fatto da
Bruno Bozzetto, nel 1965 lavorando a
West and Soda. Difatti, ha pensato: "io ammiro tantissimo Disney, ma per motivi di costi di produzione, non posso fare quel tipo di cinema e faccio qualcosa di diverso.