Orchestra Sinfonica di Milano - Articoli

Andare a fondo delle cose. Il Concerto per viola di Francesco Filidei

Pubblicato il 15/04/2025

Tra le voci più interessanti della scena contemporanea attuale, il compositore Francesco Filidei e la sua visione del mondo sono al centro del Festival Milano Musica “Fiori, tempo, respiro”. Un viaggio che ci porta all’interno della musica del compositore toscano e che giunge, in una delle tappe più interessanti,  venerdì 16 e domenica 18 maggio all’Auditorium di largo Mahler per l’esecuzione del Concerto per viola in prima esecuzione italiana (co-commissione Bayerischer Rundfunk/musica viva e Milano Musica - Associazione per la Musica Contemporanea, con il contributo di SACEM, Société des Auteurs, Compositeurs et Éditeurs de Musique) con Antoine Tamestit, vero e proprio fuoriclasse dello strumento ad arco, e Tito Ceccherini sul podio della Sinfonica di Milano

Andare a fondo, in profondità, potrebbe essere il concetto chiave per comprendere la musica di Filidei, come il compositore stesso scrive in una autopresentazione poetica di qualche anno fa: “volevo andare al fondo delle cose e nel ’99 cominciai a scrivere musica da suonarsi dentro al proprio corpo con i tappi nelle orecchie, composta di suoni di saliva, denti battuti, respiri, il tutto rigorosamente scritto seguendo forme fisiologicamente in sintonia con la percezione”. Andare al fondo delle cose, ovvero cercare, comprendere il senso della ricerca e dell’essere qui in questo momento. La musica, dopotutto, come la psicanalisi, può essere un lavoro sulla memoria e certe volte aiuta a comprendere traumi passati.

Un’idea, questa, della ricerca, che si lega anche al modo in cui nasce il processo compositivo e creativo in e per Filidei.  
foto © Olivier Roller
“Prima il suono o il gesto?” Gli chiedeva Maurizio Azzan (anch’egli compositore) in un’intervista di qualche tempo fa, una domanda che si ricollega certamente a una visione panteistica e totalizzante, forse persino religiosa, della musica per il compositore pisano. Il suo mondo sonoro, fatto prima di gesti e poi, di suoni, è Filidei. 

A me affascina della musica la sua ritualità

mi ricorda il compositore. 
Quello che ascolteremo è la rappresentazione tattile e sensoriale del musicista nella sua essenza (Filidei oltre a essere compositore, è anche straordinario organista), è la sua anima nuda di fronte al mondo che lo guarda in silenzio.
Tornare alle forme musicali della storia della musica, come l’opera o il concerto solistico, cosa significa per un compositore immerso nella sua contemporaneità? “Quello che mi interessa della musica è far rivivere il passato, c’è in questo una malinconia che non può essere del presente ma di un mondo che non c’è più”.

“Con la forma musicale, che rapporto hai?” gli chiedo in una chiacchierata durante una sera di marzo ai tavolini di un bar dopo la fine di una prova de Il nome della rosa. Il Concerto per viola già dal titolo ci ricorda come il presente ci metta in relazione con il passato che appartiene a noi tutti, come ben sapeva un altro compositore contemporaneo, Salvatore Sciarrino, a cui Filidei è molto legato. Innegabilmente, parlare già di “concerto” ci richiama alla memoria una storia lunga quattro secoli. E come nella migliore tradizione, il solista dedicatario del pezzo, Tamestit (geniale solista da non perdere), si è rivelato fondamentale nella risoluzione di alcuni problemi tecnici che si sono presentati durante il lavoro compositivo.
“Ho cercato di fare in modo che questa forma musicale – che ha una lunga tradizione in ambito tedesco e francese – avesse una corrispettivo grazie alla teatralità e al melodramma. Infatti, già nella suddivisione in tre quadri c’era già l’idea di un trittico: giardini di Vilnius (un movimento molto articolato), Tuttomondo, What is a Flower. Questi pezzi sono stati scritti in concomitanza con l’opera Il nome della rosa e mi sono accorto di aver seguito il medesimo percorso.

Riflettendoci, mi sono accorto che la questione del fiore, l’ironia in Tuttomondo, e il tema del giardino erano i medesimi temi che erano riconducibili al pensiero e alla composizione de Il nome della rosa”. 

FrancescoFilidei

Valentina Trovato

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