Tra le voci più interessanti della scena contemporanea attuale, il compositore
Francesco Filidei e la sua visione del mondo sono al centro del
Festival Milano Musica “Fiori, tempo, respiro”. Un viaggio che ci porta all’interno della musica del compositore toscano e che giunge, in una delle tappe più interessanti,
venerdì 16 e domenica 18 maggio all’Auditorium di largo Mahler per l’esecuzione del
Concerto per viola in prima esecuzione italiana (co-commissione Bayerischer Rundfunk/musica viva e Milano Musica - Associazione per la Musica Contemporanea, con il contributo di SACEM, Société des Auteurs, Compositeurs et Éditeurs de Musique) con
Antoine Tamestit, vero e proprio fuoriclasse dello strumento ad arco, e
Tito Ceccherini sul podio della
Sinfonica di Milano.
Andare a fondo, in profondità, potrebbe essere il concetto chiave per comprendere la musica di Filidei, come il compositore stesso scrive in una autopresentazione poetica di qualche anno fa: “volevo andare al fondo delle cose e nel ’99 cominciai a scrivere musica da suonarsi dentro al proprio corpo con i tappi nelle orecchie, composta di suoni di saliva, denti battuti, respiri, il tutto rigorosamente scritto seguendo forme fisiologicamente in sintonia con la percezione”. Andare al fondo delle cose, ovvero cercare, comprendere il senso della ricerca e dell’essere qui in questo momento. La musica, dopotutto, come la psicanalisi, può essere un lavoro sulla memoria e certe volte aiuta a comprendere traumi passati.
Un’idea, questa, della ricerca, che si lega anche al modo in cui nasce il processo compositivo e creativo
in e
per Filidei.