Dopo la pausa del 2023, anno in cui in ottobre e novembre la programmazione dell'Orchestra Sinfonica di Milano è stata dedicata al Festival Mahler, ritorna in Auditorium il
Requiem di Giuseppe Verdi, di cui quest'anno si celebra il 150° anniversario della sua prima esecuzione, straordinario capolavoro del repertorio sinfonico-corale e appuntamento fisso per il pubblico dell’Auditorium di Milano.
La parola
Requiem racchiude tante cose: una celebrazione liturgica, una forma musicale, ma anche
l’incipit della preghiera d'invocazione per i defunti ("Requiem aeternam dona eis, Domine"). Intorno a questa parola o a questo tema ruota uno dei più grandi riti della collettività e di riflessione per l’uomo: il fine della vita e l’approcciarsi all’ignoto, di fronte al quale siamo tutti uguali e fratelli.
Una riflessione, questa, con cui molti compositori e intellettuali dovettero confrontarsi, come per esempio Verdi, Mozart, Fauré, Britten e Cherubini. La riflessione certamente non può essere solo umana ma anche sociale, infatti l’allestimento di grandiosi Requiem per organici imponenti nasce come fenomeno collettivo e rappresentazione corale di un popolo e rimane tale fino alla caduta dell
’ancien regime. Anzi, in una certa misura il genere del Requiem rappresenta proprio una delle possibili espressioni di un certo mondo culturale. Come ricorda
Matteo Marni nel suo bel libro dedicato a
La vera storia del Requiem (Giampiero Casagrande Editore, 2024):