
© foto Valentin Luthiger
Il violinista svizzero Sebastian Bohren ha forgiato una carriera distintiva come solista di fama mondiale, empatico musicista da camera e collaboratore, acclamato artista discografico e imprenditore ispirato. Con un repertorio ampio che spazia dall'epoca classica ai giorni nostri, è stato elogiato per la sua "virtuosità" (The Sunday Times) e per le sue interpretazioni intrise di "fascino ed eleganza" (The Strad). La rivista Gramophone ha descritto "un'esperienza di ascolto che cattura l'attenzione dall'inizio alla fine", chiedendosi: "Quale direzione prenderà Sebastian Bohren con il suo approccio esplorativo al repertorio?".
Tra i momenti salienti delle sue esibizioni concertistiche si annoverano Mendelssohn e Szymanowski con Andrew Manze e la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra; Beethoven con Michael Sanderling e la Lucerne Symphony Orchestra; Mendelssohn ed Eötvös con Ivor Bolton e la Sinfonieorchester Basel; Bartók con Heinz Holliger e l'Orchestra della Svizzera Italiana; Lindberg e Vasks con Thierry Fischer e la Munich Chamber Orchestra; Pärt e Schnittke con Daniel Hope e la Zurich Chamber Orchestra; Mozart con Marc Minkowski e la Basel Chamber Orchestra; Beethoven con Cristian Macelaru e la Romanian Chamber Orchestra; e Mendelssohn con Christoph Poppen e la Cologne Chamber Orchestra. Ha inoltre collaborato con i direttori d'orchestra Jan Willem de Vriend, Elim Chan e James Gaffigan.
Tra i suoi impegni più recenti figurano esibizioni con Daniel Hope e la Zurich Chamber Orchestra e una tournée con Heinz Holliger e l'Orchester Musikkollegium Winterthur. I concerti del XX e XXI secolo dominano gli impegni di Sebastian Bohren: ha eseguito Berg con Otto Tausk e la Staatsphilharmonie Rheinland-Pfalz; Othmar Schoeck con Izabele Jankauskaite allo Stadtcasino di Basilea; il concerto per violino di Ligeti con Samuel Lee e la Bodensee Philharmonie; e il secondo concerto per violino di Peteris Vasks, In Evening Light, con Mario Venzago e la Württemberg Chamber Orchestra di Heilbronn.
Ha inoltre eseguito il Primo concerto di Lindbergh con Sergej Bolkhovets e la Swedish Chamber Orchestra, e ha effettuato una tournée in Svizzera con Jonathan Bloxham e i London Mozart Players.
Le sue credenziali cameristiche includono la sua appartenenza al Quartetto Stradivari per sette anni (2013-2020), con cui si è esibito a livello internazionale in sedi come la Filarmonica di Berlino, l'Elbphilharmonie di Amburgo, il National Center for the Performing Arts di Pechino e la Victoria Hall di Singapore. In recital, ha collaborato con i pianisti Andreas Haefliger, Claire Huangci e Konstantin Lifschitz; il clarinettista Reto Bieri; il sassofonista Valentine Michaud; i violinisti Roby Lakatos, Josef Spacek, Daniel Hope e Dmitri Sitkovetsky; il violista Antoine Tamestit; e i violoncellisti Thomas Demenga, Anastasia Kobekina e Christian Poltera.
La prestigiosa discografia di Sebastian Bohren comprende concerti classici, arrangiamenti innovativi e prime mondiali. La sua uscita più recente, per AVIE Records, abbina la prima registrazione del secondo concerto per violino del compositore lettone Peteris Vasks, In Evening Light, a un'orchestrazione del virtuoso Rondeau di Schubert. Sempre per AVIE, una coppia di concerti di Mozart, con Gabor Takacs-Nagy alla direzione dell'ensemble svizzero CHAARTS. Per RCA Red Seal, Sebastian Bohren ha registrato i concerti di Beethoven, Britten, Mendelssohn e Karl Amadeus Hartmann; e per Sony Classical, la Sonata per violino di Prokof'ev in un arrangiamento di Andrej Pushkarev per violino, orchestra d'archi e percussioni.
Il sua talento imprenditoriale lo ha portato a fondare nel 2023 il Brugg Festival, un evento della durata di una settimana che ospita una varietà di musicisti di spicco e offre un solido supporto didattico. È anche il direttore artistico di Stretta Concerts, una consolidata serie di concerti che vede la partecipazione di solisti, ensemble da camera e orchestre provenienti da tutta Europa.
Sebastian Bohren suona un violino del 1761, realizzato a Parma da Giovanni Battista Guadagnini, l'"Ex-Wanamaker-Hart".
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