Orchestra Sinfonica di Milano - Articoli

Nuove musiche. Intervista a Nicola Campogrande

Pubblicato il 03/10/2024

La nascita della residenza di Nicola Campogrande all'Orchestra Sinfonica di Milano è nata da una lunga frequentazione, "un fidanzamento che si trasforma in convivenza ed è l’evoluzione di un rapporto che non è solo di stima e conoscenza, ma si tratta anche di affinità artistica". Vecchia conoscenza dell'Orchestra Sinfonica di Milano sin dalla Stagione 2012/13 con R. (Ritratto per pianoforte e orchestra), Campogrande conosce molto bene il suono dell'Orchestra e gioca, sperimenta con la compagine con alcuni lavori che coinvolgono diverse tipologie di organico: Musica trasparente in Prima esecuzione assoluta, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della Radio, Cinque modi per aprire un concerto in Prima italiana, Liberi tutti per quartetto d'archi e orchestra (Prima assoluta) e I due usignoli, un'opera scritta appositamente per un cast composto da bambini. 
VT. Il Quartetto Musica trasparente verrà eseguito il 6 ottobre in occasione dell’evento dedicato all’anniversario di Guglielmo Marconi, un anniversario importante.

NC. È anche l’anniversario della prima trasmissione radiofonica italiana (6 ottobre 1924), un evento alquanto curioso dato che si scelse di far ascoltare come primo oggetto sonoro un brano di musica da camera nella patria dell’opera lirica, per di più scritto da Franz Joseph Haydn, un compositore austriaco, durante il Ventennio fascista. Probabilmente la decisione cadde su questo pezzo anche per questioni acustiche.
Mi ha sempre affascinato questa scelta, così quando l’Orchestra Sinfonica di Milano mi ha proposto di scrivere un quartetto, in risposta allegra al capolavoro di Haydn, mi sono divertito molto: questa volta, cent’anni dopo, ci sarà almeno un lavoro di un compositore italiano.

VT. In quel 1924 la prima trasmissione radiofonica ha rappresentato un vero evento di portata storica.

NC. Lavorare a questo piccolo quartetto per me è stato un piacere doppio: c’è anche la piacevole integrazione, ideale ed emotiva, di lavorare alla radio da ben 26 anni!
© Peter Adamik.
VT. Sono molto curiosa del significato di 'trasparente' nel titolo del tuo quartetto.

NC. Il senso di 'trasparente' è qui indirizzato a due aspetti, da una parte alla tessitura dell’opera: questo è un quartetto veloce che cerca trasparenza e leggerezza. Dall’altra parte, la radio è un luogo di onestà e verità. Mi sembrava giusto celebrarla.

VT. L’11 ottobre viene eseguito in prima italiana Cinque modi per aprire un concerto (con Diego Ceretta sul podio), invece. Qual è il significato di questo lavoro?

NC. Il pezzo risale al 2021 e riflette sulla retorica degli inizi. Nelle battute iniziali di un pezzo si dichiarano le intenzioni del compositore ed è un momento davvero importante. 
NC. Tante cose vengono espresse all’inizio e bisogna dimostrare, all’interno del pezzo, di essere rimasto fedele alle premesse iniziali. Questo brano gioca sulla possibilità di poter inventare un piccolo catalogo di possibili inizi e farne scorrere cinque in pochi minuti. Si tratta di una concatenazione di ouverture. In questa prospettiva di “inizi”, nelle trasmissioni radiofoniche è importante l’ingresso, le parole che utilizzi e il tono di voce. È in quel momento che stabilisci un patto di fiducia con l’ascoltatore.

Tanti inizi possibili

VT. Liberi tutti è una commissione dell'Orchestra Sinfonica di Milano. Mi racconti del progetto?

NC. A Liberi tutti sto lavorando proprio in questo momento. Si tratta di un lavoro per quartetto e orchestra in tre movimenti.
È un brano nato da un’emozione: ho ascoltato il Meta4Quartet (NdR la formazione che eseguirà il pezzo in Auditorium) in programmi del grande repertorio cameristico e ne sono rimasto folgorato. Da questa folgorazione è nata una frequentazione intellettuale e loro si sono appassionati alla mia musica, tanto da propormi di scrivere un pezzo per la formazione di quartetto e orchestra, un organico poco frequentato (esiste solo un pezzo importante: Absolute Jest di John Adams). A questo progetto iniziale si sono uniti poi alla commissione, ADDA Simfònica e Punavuori Chamber Music.

Certamente, il pezzo ha diverse problematiche. Dalla visione del sistema produttivo, avere quattro solisti comporta un costo maggiore, mentre dalla prospettiva artistica si tratta di un solista con tante teste. In certi punti è musica da camera, musica per solista e orchestra o entrambe le cose.

VT. Perché hai scelto il titolo Liberi tutti?

NC. Pensando a questa libertà di gestione delle forze (musicali) mi è venuto in mente questo pezzo. Per me è la rappresentazione della fluidità in questo momento storico.

VT. I due usignoli invece verrà eseguito all'interno della rassegna Crescendo in Musica. Qual è la difficoltà di scrivere per un giovane cast?

NC. In questo caso, l’idea era di offrire ai bambini la possibilità di portare in scena una piccola opera lirica nella quale loro hanno un ruolo preciso. Un’opera scritta per dei bambini, che diventano un personaggio ben preciso nel contesto dell’opera. Un vero mondo lirico creato per i bambini.
Quest’opera parte dalla nota fiaba di Andersen e pertanto vengono coinvolti il tema di natura e meccanicità. L’opera riflette su temi della contemporaneità (natura, autenticità, meccanicità, identità di genere), grazie al bel testo di Piero Bodrato.

Valentina Trovato

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