Opere d’arte. Maneggiare con cura.
C’è modo e modo di fare le cose. Le opere d’arte sono lo specchio del momento storico in cui sono state concepite, sono frutto di un’etica e di un’estetica ben precisa, e tale, necessariamente, deve rimanere. E’ impensabile concepire una tragedia shakespeariana senza fare i conti con la monarchia inglese del tempo, è del tutto fuorviante prendere in considerazione
La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso senza fare i conti con i valori cristiani che hanno permeato lo spirito delle Crociate, è inutile confrontarsi con
Via col Vento senza fare i conti con la società americana degli anni ’20.
Rodion Ščedrin ci mostra un modo di prendere un’opera d’arte e farla rivivere, senza tuttavia tradirne la vocazione e lo spirito originario. La
Carmen Suite è capolavoro dal punto di vista formale e dal punto di vista contenutistico, è un gioiello in cui Georges Bizet rivive trasfigurato, pur rimanendo Bizet, senza aggiungere né togliere niente. Questo è un lavoro degno di un’artista, che non rinuncia al proprio tempo pur traendo ispirazione dal passato.
Non è sufficiente prendere le opere d’arte e cambiarle a seconda dei valori del presente. Non vale cambiare i finali delle opere, di Bizet. Se a Bizet davvero vogliamo bene, se vogliamo festeggiare insieme i 150 anni dalla morte di questo genio, allora usiamo il caleidoscopio del presente di un vero artista, Ščedrin, che ci racconta la
Carmen, dopo la psicanalisi.