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Thomas Hampson: amare tutto il repertorio

Pubblicato il 20/05/2025

La canzone è una metafora dell'immaginazione, 
è il pensiero poetico racchiuso nella musica. 
La poesia è guidata dall'istinto di base di raccontare la storia dell'esistenza

Thomas Hampson
Thomas Hampson è un musicista leggendario, che con le sue interpretazioni ha scandito la storia del repertorio per baritono, collaborando con i più grandi direttori del panorama musicale, da Claudio Abbado a Nikolaus Harnoncourt, da Daniel Barenboim a Bernard Haitink, e con le più importanti orchestre del mondo. L’Orchestra Sinfonica di Milano ha l’onore di averlo ospite per l’ultimo concerto di Stagione, quando, venerdì 13 e domenica 15 giugno, salirà sul palco dell’Auditorium di Milano per affrontare le Four Walt Whitman Songs di Kurt Weill, affiancate alla Cuban Ouverture di George Gershwin e alla Sinfonia n. 9 in Mi minore op. 95 "Dal Nuovo Mondo" di Antonìn Dvořák, sotto la direzione di Emmanuel Tjeknavorian.
Classe 1955, il baritono americano è riuscito sempre a rinnovare se stesso ottenendo innumerevoli riconoscimenti e prestigiosi premi (GRAMMY, Edison Award e Grand Prix du Disque).

Il suo percorso musicale è iniziato con la scoperta della canzone d’arte (la cosiddetta Art Song), ovvero della musica vocale con accompagnamento come per esempio il Lieder.
Come lo stesso cantante racconta in un’intervista alla rivista canadese La Scène musicale, la sua prima insegnante fu una suora, Marietta Coyle, che viveva nella California del Sud negli anni '50 e aveva studiato con Lotte Lehmann, poi a Parigi con Pierre Bernac. 

“Lei era entusiasta delle mie capacità innate. Mi disse che avrei dovuto continuare a esplorare il lato artistico della mia anima che lei percepiva quando cantavo. Iniziammo a studiare i Lieder di Schubert, Schumann e di Fauré. Mi diede una pila di libri di musica che non avevo mai visto prima e una pila di registrazioni. Erano le interpretazioni di Fischer-Dieskau, Hermann Prey, Pierre Bernac, Gerald Souzay... ‘È così che funziona’, disse. ‘Vai a vedere se ti esplode qualcosa in testa’ ". 

E qualcosa di straordinario esplose. 

L'opera arrivò più tardi, grazie a un altro insegnante che incontrò poco dopo, Horst Günter, che trascorse 40 anni della sua vita sul palcoscenico. “Da lui ho imparato davvero a muovere i primi passi sul palcoscenico”.

© foto Marco Borggreve
Poliedricità e radici sono forse le parole che meglio rappresentano il profilo artistico di Hampson. Il cantante è sempre stato abituato ad affrontare i più diversi generi, dal Lieder all’opera, al repertorio concertistico. È stato un fantastico interprete mahleriano, schubertiano, ma senza dimenticare le sue radici americane. Nato a Elkhart (nello stato dell’Indiana) e cresciuto a Spokane (nello stato di Washington), ha dedicato ampi sforzi all’esecuzione di canzoni americane nel disco “Song of America” dove, a partire da alcune fonti presenti nella Library of Congress, la musica di Stephen Foster si interseca con quella di Kurt Weill, Erich W. Korngold e di Leonard Bernstein.

“Quando ho iniziato, era normale per un cantante affrontare in egual misura opera, recital, concerti e la radio”. Con l’avvento della televisione è tutto cambiato e con il passare del tempo si è cercato una sempre maggiore specializzazione per i cantanti a discapito dello sviluppo delle abilità che i diversi generi (concertistico, operistico o liederistico) richiedono. Anzi, per raggiungere l’ambito del teatro musicale è necessario attraversare a passi spediti, secondo Hampson, il mondo del Lieder.

I giovani cantanti dovrebbero studiare i Lieder fin dai loro primi studi e, 
costantemente, man mano che si avvicinano al repertorio operistico.
Una ragazza che sa cantare Suleika di Schubert 
avrà più successo con Pamina che non il contrario

Più che nel mondo dell’opera, è nel Lieder che si intravede la ricchezza di quella pari unione tra due forme d’arte, la poesia e la musica (come ci insegnano per esempio i Lieder di Schubert o i cicli di Mahler). “Esiste già questo dialogo estetico, storico, sociologico ed economico tra un poeta e un compositore. Ogni canzone in particolare è come un caleidoscopio di quella cultura – un diario di chi erano o chi sono. Mi ha sempre affascinato questa prospettiva sulla musica liederistica”.
Come sa bene il cantante americano, il mondo dei Lieder e della canzone d’arte offrono tante sfide quanto quello delle arie d’opera. È molto più impegnativa vocalmente di quanto si possa immaginare, soprattutto a causa del diverso carattere di ogni brano. "Bisogna avere il controllo del suono in modo che rifletta i propri pensieri e non il contrario. Come la canzone, penso che il mondo dell'opera sia un libro di vita, un laboratorio del comportamento umano”.
Non si tratta solo di comprendere la trama del testo, ma piuttosto del dilemma che sta dando corpo a quelle parole in particolare. Ogni trio, ogni sestetto, solleva la domanda: "Perché sono qui, per cosa sto lottando?"

Non solo cantante, ma anche ispirato didatta. Dal 2003 la sua passione per la canzone d’arte è alla base del progetto della Hampson Foundation, una piattaforma digitale ricca di risorse testuali, audio e video sulle opere, i compositori e gli interpreti di questo affascinante repertorio. Ha progettato il sito per giovani cantanti di tutto il mondo, per i curiosi, ma anche per gli organizzatori di concerti in cerca di ispirazione.


foto Jiyang Chen 

Redazione

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