Un’ora di musica per avvicinarsi al meraviglioso mondo del repertorio classico, insieme a Kolja Blacher e l’Orchestra da Camera: tre appuntamenti, per un repertorio che spazia da Beethoven a Britten.
Tutto Beethoven per il terzo appuntamento di domenica 19 maggio, con la Sinfonia n. 8 in Fa maggiore op. 93, la penultima delle sinfonie di Beethoven, composta nel 1812 ed eseguita per la prima volta nel 1815. A proposito di questa serena e tersa composizione, scrive Alberto Savinio nel suo “Scatole sonore”, del 1955: “Beethoven qui è ragazzo: ritrova l'arte migliore e più confortante: l'arte come "una lunga infanzia". Aggiungo che questa sinfonia è più "tedesca" delle altre: più antica tedesca (…) più nella germanità gotica, lucida, metafisica di Bach.” In opposizione netta al carattere della Quinta, l’Ottava crea un pendant estremamente interessante, contribuendo a dare un affresco il più completo possibile della complessità delle istanze umane, complessità che in Beethoven, forse, raggiunge un apice assoluto.
Fa da pendant all’Ottava Sinfonia il Concerto n. 4 per pianoforte e orchestra in Sol maggiore op. 58, eseguito al pianoforte da Young Sun Choi, pianista coreana vincitrice, nel 2022, del Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo.
Una composizione datata invece 1806 e dal carattere positivo e ottimistico. Una pagina di straordinaria bellezza e originalità, in cui per la prima volta nella storia il pianoforte apre il concerto, anticipando la canonica esposizione orchestrale, che da sempre rappresenta una preparazione al trionfale ingresso del solista. La Seconda Sinfonia di Beethoven in Re maggiore op.36, invece, fu eseguita per la prima volta nel 1803, e guarda già in un certo senso al Beethoven del periodo maturo, che scardina il linguaggio classico e quasi oltrepassa il romantico. Sinfonia di cui la Allgemeine Musikalische Zeitung scriverà: "guadagnerebbe ove venissero accorciati alcuni passi e sacrificate molte modulazioni troppo strane".