Oggi, in certi momenti, il mondo avrebbe forse bisogno di una sorta di preghiera collettiva, al di là delle contingenze, al di là della fede, al di là delle differenze di credo. Semplicemente stare gli uni accanto agli altri e cercare un’unione spirituale profonda.
Il Messiah di Händel apparve da subito coinvolgente proprio per la sua capacità di trasformarsi in una preghiera collettiva, resa emozionante da una musica il cui tratto originale è da riconoscere nella scrittura, piena di fascino ed energia.
“
Mancano le parole - si scrisse al tempo - per esprimere il raffinato piacere che il grande Oratorio di Händel ha prodotto nel numerosissimo pubblico. I sentimenti più sublimi, grandi e delicati, adattati alle più maestose e commoventi parole, hanno concorso a trascinare
il cuore e l’orecchio estasiati
”
Specie se sul palco dell’Auditorium di Milano sale Fabio Biondi, specialista del repertorio barocco per eccellenza, e trascina largo Mahler nella Dublino del 1742, quando fu eseguito per la prima volta.