Orchestra Sinfonica di Milano - Articoli

Two Worlds are Better Than One: tra Classica e altri generi

Pubblicato il 16/04/2024

I love rock 'n roll è una grande raccolta di classici anni Settanta e Ottanta. Si spazia dall'hard rock al glam rock, passando per il Progressive Rock. Tra i pezzi in programma c'è anche un arrangiamento di una Bourrée di Bach dei Jethro Tull e riarrangiato per band e orchestra da Ivan Merlini. Un programma che ricompone il quadro di un dialogo mai concluso tra musica "classica" e musica leggera. In occasione di questo programma, abbiamo incontrato i violoncellisti dell'Orchestra Sinfonica di Milano Tobia Scarpolini e Giulio Cazzani, musicisti con una 'doppia anima' che il 24 aprile saliranno sul palco dell'Auditorium in una veste un po' inconsueta di batterista (Scarpolini) e bassista (Cazzani). 

Non è un caso che certi programmi POPs nascano proprio su desiderio e iniziativa dei musicisti stessi, che continuano a coltivare un amore per altri generi musicali, come mi ricorda Tobia Scarpolini - primo violoncello con un animo da batterista: 

Una sera di diversi anni fa sono andato a cena insieme a Ivan Merlini (violoncellista a cui sono molto legato) e per gioco mi ha fatto vedere il video del Concerto per gruppo e orchestra di Jon Lord. 
Siamo andati da Luigi Corbani (ndr l'allora Direttore Generale) per proporre l'idea di fare il Concerto di Lord, che viene ben accolta. Per gioco abbiamo montato questo concerto: un grande successo!"

Per Tobia Scarpolini l'amore per la musica rock inizia quando è ancora in fasce. "Quando ero molto piccolo seguivo mio papà ai suoi concerti in giro per l'Italia e rimasi affascinato dalla batteria. Al mio secondo compleanno mi sono fatto regalare una batteria per bambini e da lì tutto è iniziato. Passano gli anni e ancora a 6-7 anni chiedevo ai miei una (vera) batteria. I miei però mi regalarono un violoncello, appartenuto a mio nonno: Inizia a studiare il violoncello che magari a natale arriva la batteria". E così arrivò.

"A 12 anni e continuavo a studiare sia il violoncello che la batteria. Avevo trovato l'annuncio di una band che cercava un batterista e sono andato accompagnato da mio padre. In mezzo a tutti questi metallari. Ho vinto l'audizione e da quel momento ho iniziato a suonare  con diversi gruppi. A 18-19 anni ho conosciuto The Crawl, un gruppo di Varese con cui ho fatto cose molto importanti. Facevamo musica nostra, in stile brit pop, e abbiamo partecipato ad alcuni concorsi (Sanremo Rock, Emergence Rock) e abbiamo vinto diversi premi a Sound Check.
Per motivi legati a una donna, ci siamo sciolti e il disco che avevamo iniziato a registrare non è mai uscito. Nel frattempo ho iniziato a studiare violoncello con Marco Scano al Conservatorio di Milano e mi mantenevo suonando nei club. Intorno al 2007, ero in procinto di partire per un tour con Zucchero e ricevo la chiamata dall'Orchestra Sinfonica di Milano. Qui collimano i due percorsi: la mia vocazione era quella di suonare con gli altri. In orchestra mi sono trovato con molti stimoli in più. 

E' come se avessi in pausa quella vita per iniziarne un'altra. 

Diverso e contrario è il percorso di Giulio Cazzani 

"Io nasco come violoncellista e ho iniziato a suonare a 6 anni. La passione per la musica leggera me l'ha trasmessa mio papà: ogni tanto metteva in casa i vinili di Emerson Lake and Palmer, Chicago, Queen. Avevo questa musica nelle orecchie da bambino. 
Poi, per la maturità, mi ha regalato un basso e da quel momento ho iniziato ad approfondire un mondo che mi era sconosciuto, certamente conoscevo i grandi nomi, ma non avevo mai approfondito. Ho iniziato a suonare il basso anche in alcuni gruppi cover e poi ho avuto modo di scrivere anche canzoni.

Giulio Cazzani si rivela un po' alla volta come un divoratore di suoni, anzi di frequenze (con una imponente collezione di 1400 dischi, rigorosamente in CD):
proprio per la sua necessità (vitale) di non fermarsi mai in una sola sonorità. 

"Sono anche un appassionato di musica contemporanea, elettronica, sono un divoratore di frequenze. Non tutto, certo. Non sono un fan della musica leggera italiana, per esempio".

Violoncello e basso elettrico sono più vicini di quanto sembrano. 
Io vedo la musica come qualcosa in continua evoluzione. 
Mai fermarsi in un solo genere, un gesto che può essere 
molto vincolante e limitante e che porta 
a perdere di vista quel che succede fuori. 

Invecchi dentro e invecchi male,
mentre se hai la possibilità di ascoltare
 e approfondire altre musiche, 
un approccio che rappresenta un valore aggiunto. 


Valentina Trovato

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