Un busto di Beethoven campeggiava nello studio di Šostakovič, a mostrarne l’influenza sulla
propria musica e la devozione che si riconoscono in Sinfonie come la Leningrado e nei Quartetti.
“È vissuto un po’ troppo a lungo - scrisse di lui nel 1967 –, come molti altri artisti che hanno
superato quella frontiera oltre la quale la vita non porta più felicità, ma soltanto delusioni e
avvenimenti terribili”. Altri rapporti centrali nella vita di Šostakovič furono con il grande direttore Evgenij Mravinskij e con Mstislav Rostropovič, che aveva avuto allievo al conservatorio. A loro nel 1959 propose di eseguire il Concerto per violoncello n. 1, appena composto sull’impulso di quello di Prokof ’ev nell’interpretazione proprio di Rostropovič.