Le vicende umane di Johannes Brahms e Robert Schumann sono strettamente legate da un sottile filo rosso. Senza Schumann probabilmente non sarebbe esistito l’altro e la creazione del suo mito, come avvenne con la sua Terza sinfonia. Datata 1883, la Terza di Brahms segna la sua definitiva consacrazione: quell’anno era morto Richard Wagner e lui veniva definito da Hans von Bulow “il più eminente, il più grande dei compositori”.
L’altra Terza, quella di Schumann, è in verità l’ultimo lavoro sinfonico del maestro romantico e risale al 1850, al trasferimento con la famiglia a Düsseldorf (sulle sponde del fiume Reno), dove era staso chiamato a ricoprire l'ambita carica di direttore dei concerti: si aprì un breve periodo di serenità. Di questo clima interiore placato porta un riflesso la Terza Sinfonia, composta appunto sullo scorcio di quell'anno e idealmente dedicata, tanto da essere nota come la Renana, alla lieta spensieratezza della vita sulle sponde del fiume cantato da Heine.