Il concerto sarà anticipato da una guida all'ascolto alle ore 19, nel foyer della balconata, a cura del M° Gastón Fournier-Facio
La Nona Sinfonia rappresenta non solo l'ultimo percorso compiuto dell'autore, ma anche il canto del cigno di tutta la «civiltà della sinfonia», giunta al termine del suo ciclo dopo un secolo e mezzo di storia. Le osservazioni di Berg mettono in luce diversi elementi peculiari. In questo lavoro appare cruciale il rapporto con la morte. Il tema è costante nel lavoro di Mahler, ma le sue ultime opere (Das Lied von der Erde, Nona Sinfonia e i frammenti della Decima) nascono da una riflessione così pervasa dal pensiero dell'imminente fine, sia nel contenuto, sia nella forma musicale, che è stato riassunto nella definizione “Trilogia della morte”.
La morte in carne e ossa era comparsa nella vita di Mahler nell'estate del 1907. Il 5 luglio il compositore perse all'improvviso la figlia Anna Maria. A distanza di pochi giorni, gli fu diagnosticata una grave disfunzione cardiaca congenita, che non lasciava molte speranze. In queste condizioni di spirito fu portata a termine l'Ottava Sinfonia, ma con essa un ciclo si era ormai esaurito.
L'esperienza della morte fu una drammatica cesura, che separò due epoche della sua vita professionale e creativa. Altre circostanze, in quell'estate luttuosa, costrinsero infatti il compositore ad aprire una nuova fase. In primo luogo, era finito il lungo braccio di ferro tra Mahler e Vienna. In primavera, Mahler aveva rassegnato le dimissioni dalla Hofoper. Accompagnato da veleni e polemiche, l'audace rinnovatore del teatro viennese decise di andare a New York per tentare una nuova e poco fortunata avventura.