L’ensemble si cimenta in una dei lavori sinfonici di Robert Schumann: la Terza sinfonia, la Renana, nella riorchestrazione di Mahler.
La Terza Sinfonia fu abbozzata in un mese di lavoro fra il 2 novembre e il 9 dicembre 1850; qui il Reno, anzi la «religione del Reno» come l'ha chiamata Bortolotto, resta il fòmite incancellabile dell'ispirazione, la regione spirituale in cui fermentano i sentimenti e le fantasie. Lo stesso Schumann confermava indirettamente questa polarità tutta ideale quando nel marzo 1851 scriveva all'editore Simrock di Bonn che anziché affidare l'opera a uno dei tanti editori sotto mano a Lipsia, aveva preferito «vedere apparire proprio qui ai bordi del Reno (cioè a Bonn) una grande opera, e proprio questa Sinfonia che forse qua e là rispecchia un pezzo di vita reale».