Nella pallacanestro si gioca in cinque per parte. Quelli che sono in campo all’inizio della partita formano il cosiddetto Quintetto-base.
Se dovessimo immaginare un Quintetto-base ideale, che abbracci un po’ tutto lo spettro musicale degli ultimi due secoli, sarebbe questo. Il playmaker, colui che guida l'attacco della squadra, portando avanti il pallone e controllandolo, è Nicola Campogrande, nostro Compositore in Residenza, che con la prima italiana di Cinque modi di aprire un concerto imposterebbe il gioco in una direzione ben precisa. La guardia, attorno alla quale tutto ruota, sarebbe Beethoven, con il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 61. A eseguirlo è l’ala piccola, Francesca Dego, una grande esecutrice, solida come la colonna traiana, che riesce a dare potenza e stabilità all’attacco e alla visione della guardia. L’ala grande sarebbe Čajkovskij, in particolare la Sinfonia n. 1 in Sol minore op.13 “Sogni d’inverno”. L’ala grande di solito alza la palla al Centro, il pivot, colui che finalizza, che lavora nel cuore del gioco avversario per portare a casa i punti.
Diego Ceretta (che ne avrebbe il physique du rôle anche nel basket) tiene insieme il nostro Quintetto-base, ne concerta l’azione offensiva e ne sintetizza lo spirito.
A 27 anni, ha già la visione di gioco di un lupo dell’area piccola.