L’unico modo per rimanere vivi, in fondo, è raccontare.
Sembra un’iperbole, un’osservazione velleitaria, pretenziosa e in qualche misura retorica. Ma per Shahrazād contava in maniera letterale. Sì, perché, tradito dalla moglie, il re Shahriyār uccide sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze. Finché Shahrazād, brillante e coraggiosa, si offre volontaria: ogni sera racconta una storia mozzafiato, ma ne interrompe il finale all’alba. Così, per mille e una notte, tiene il re incollato ai suoi racconti, finché lui non si innamora e le salva la vita.
E Rimskij-Korsakov questa storia l’ha messa in musica, la meravigliosa Suite Sinfonica op. 35, Sheherazade, una musica ipnotica che non vorremmo finisse mai, che, sin dai primi accordi, ci porta verso mondi ignoti e lontani.