Nella prima parte del Messiah (1741), Händel fa memoria delle suggestioni ricevute nel giovanile soggiorno romano (1708-1710). Intona così, secondo la moda dell’Accademia dell’Arcadia e di Arcangelo Corelli, il racconto dell’annuncio e della nascita del Salvatore. I pastori della notte di Betlemme si confondono con i personaggi di un’ambientazione bucolica, in un sincretismo che testimonia la versatilità dell’Oratorio. Trattando la storia della salvezza, essa permette a Händel sorprendenti variazioni sia narrative, sia espressive di una partitura monumentale che sintetizza al suo interno le molte anime del mondo barocco.