Il Terzo Concerto per Romanovsky è stato in realtà il primo, perché ha avvicinato questa pagina a 16 anni, prima del Concorso “Busoni”. “Per me è anche più familiare, lo conosco da così tanto tempo, non mi stanca mai. È un concerto di una tale maestria, di un respiro larghissimo, anche a confronto con il secondo. Un’opera maestosa. Come una cattedrale, un monumento ai concerti di ogni epoca. Allo stesso tempo la cosa più incredibile di questo terzo Concerto è che, nonostante questa maestosità, riesce a essere estremamente intimo. Ci sono tanti momenti in cui il pianista rimane a tu per tu con il pianoforte, con l’orchestra che con cura e attenzione sta in silenzio ad ascoltare”.
(Alexander Romanovsky, estratto dall’intervista pubblicata da Amadeus nel mese di Aprile 2023)