Il Quarto Concerto ha una storia sfortunata, per lo stato d’animo di Rachmaninov in generale, che si sentiva insicuro in quel momento. La partenza dalla Russia, anni incerti, tanti dubbi. “Immaginate quei tempi, gli anni Venti del Novecento, i cambiamenti. Potete comprendere le sue emozioni. Non si sentiva mai sicuro e soddisfatto sino in fondo di questo Quarto Concerto e quindi ha apportato tante modifiche. Ed è difficile dire se, con la dovuta calma e sicurezza creativa, si sarebbe potuto esprimere al massimo. Però per me è un concerto di intensa profondità e fascino, un po’ oscuro, perché anticipava i grandi avvenimenti della Storia: sto parlando della seconda guerra mondiale. Presagiva tante cose. Ci sono sempre queste note brunite, di un male, di un’oscurità che turbano la musica. Inquieto ma affascinante”.
(Alexander Romanovsky, estratto dall’intervista pubblicata da Amadeus nel mese di Aprile 2023)