Nel 1846 la compositrice ha 27 anni ed è in attesa del quarto figlio; non potendo viaggiare per eseguire alcuni concerti già programmati, si concentra in questa composizione dove mette alla prova le sue capacità contrappuntistiche conseguenti agli studi dell’opera di Bach. Ne consegue un meraviglioso Trio le cui sonorità corpose lo rendono affine alla musica del marito, e forse di Mendelssohn.
Completa il programma la musica di Brahms, senza dubbio il prediletto degli Schumann, di cui viene proposto il Trio n. 3 per archi e pianoforte in Do minore op. 101, brano cameristico che completa il trittico dei lavori nati nell'estate del 1886 nel segno di una drammaticità che costituisce il contraltare del giovanilismo e dell'intimismo degli altri brani. Si tratta del terzo e ultimo dei Trii per pianoforte violino e violoncello di Brahms, dopo la prova giovanile ma fondamentale dell'op. 8 (1853) e quella matura dell'op. 87 (1882).