Da una parte la Sonata per violoncello e pianoforte in Re minore op. 40 di Šostakovič, la sua unica composizione concepita per questo organico, quasi un piccolo vademecum del suo stile originale, sarcastico e spiritoso, ma sempre espresso con un linguaggio conservatore, chiaro, espressivo, accessibile a un vasto pubblico. Dall’altra la splendida Sonata per violoncello e pianoforte n. 3 in La maggiore op. 69, composizione che costa a Beethoven un lungo tempo di gestazione che è indizio della grande fatica richiestagli da un lavoro nel quale l'equilibrio tra i piani sonori ed espressivi dei due strumenti raggiunge per la prima volta la perfezione assoluta, in un’atmosfera "tra la sinfonia e il concerto", un manifesto di misurata retorica e di nobile eleganza.