“Scrivere musica è una faccenda alquanto misteriosa” annotava Luciano Berio a proposito di Glosse per quartetto d’archi (1997): un’opera enigmatica, fatta di brevi commenti a un quartetto immaginario.
In occasione del centenario della nascita di Berio, questo programma celebra la sua figura con due lavori cameristici che dialogano con la musica di Anton Webern: un tributo raffinato, tra sperimentazione e memoria. A completare il programma una delle pagine più intime e tormentate di Šostakovič, il Quartetto n. 8, dedicato “alle vittime del fascismo e della guerra”; un’opera in cui il compositore intreccia memoria personale e tragedia collettiva, e offre, in questo caso, contrappunto emotivo e storico al dialogo tra Berio e Webern.