Il non-finito, nell’arte in generale, è una vera e propria tecnica, che affonda le sue radici in una postura estetica che cerca un preciso effetto atto a valorizzare alcuni aspetti specifici del prodotto artistico. Così operò ad esempio Michelangelo ne Lo schiavo barbuto o nella Pietà Rondanini, opere che dichiaratamene sembrano non emergere del tutto dal blocco di pietra che dà loro vita, ma si fondono in un tutt’uno, creando una miscela di corpo, tecnica e anima.
Ma in alcuni casi, quando le opere non terminate incontrano il genio di altri grandi artisti, l’incompiuto può realizzarsi nella sua compiutezza. È il caso della Decima sinfonia di Mahler, rielaborata da Yoel Gamzou sulla falsariga dei successi degli sforzi di illustri predecessori come Deryck Cooke e Rudolf Barshai, e che prende vita per la prima volta in assoluto sul palco dell’Auditorium di Milano, proprio sotto la sua sapiente bacchetta.