Due grandi rappresentanti della Russia del loro tempo: Čajkovskij e Šostakóvič nel successo e nella crisi.
Čajkovskij scrisse il suo unico Concerto per violino e orchestra nei mesi di marzo e aprile del 1878; e si trattò dell'ultima composizione di rilievo prima di una lunga e sofferta crisi creativa. Il compositore, trentottenne, era reduce dal grande sforzo produttivo di due capolavori, la Quarta sinfonia ed Evgenij Onegin, che avevano visto la luce l'anno precedente. Ma il 1877 era stato anche l'anno nel quale si erano verificati due eventi destinati a modificare il corso della sua vita: il breve e disastroso matrimonio, e la concessione disinteressata di una rendita annuale da parte della mecenate Nadezda von Meck. La Quinta per Šostakóvič rappresentò invece la “risposta pratica di un compositore a una giusta critica”, quella del regime sovietico alla sua Lady Macbeth. Suona due volte tremendo il sottotitolo apposto da Šostakovič alla Sinfonia n. 5, composta fra il 18 aprile e il 20 luglio 1937 a Leningrado ed eseguita per la prima volta, sotto la direzione di Evgenij Mravinskij, dall'Orchestra Filarmonica di quella città il 21 ottobre 1937, nel giorno dell'anniversario del Ventennale della Rivoluzione.