Delle tre opere in un solo atto che costituiscono il Trittico di Giacomo Puccini, Suor Angelica è quella più scopertamente lirica. È un’opera fatta di parole sussurrate, di pensieri a fior di labbra, di dolore tenuto dentro se stessi e, naturalmente, d’ambiente: di rintocchi di campane, echi d’organo e delicati quadretti di musica francescana.
La sua particolarità più evidente è la presenza di un organico vocale di sole donne: l’opera è infatti ambientata in un monastero di clausura. Solo nella parte finale, in corrispondenza del coro celeste, udiamo le voci maschili. Come tutte le creature pucciniane, Suor Angelica svela momenti di grande sperimentalismo, senza per questo rinunciare all’indimenticabile romanza. Perché nonostante tutto, nonostante l’incombere del ‘900 e della guerra, Puccini resta sempre Puccini. Perfino qui, in un lavoro in cui l’amore ha le sembianze di una madre.