La musica ha il compito di aderire a questa tensione espressiva ed elevarla a una dimensione ancora più drammatica e universale. Ora Timone non canta più, recita. E viene visitato come in un sogno sinistro, una felliniana processione, da molti ateniesi da cui era fuggito. Questi personaggi cantano. Si forma un dialogo spiazzante fra parola recitata e parola cantata. In più il Timone “parlante” è immerso nella musica, contrapposto alla potenza musicale della grande orchestra e del coro. Il suo giudizio finale sulla (nostra) società è un attacco senza appello alla umanità tutta, che ha perso ogni empatia, generosità, capacità di amare”.