Orchestra Sinfonica di Milano - Emmanuel Tjeknavorian Nuovo Direttore Musicale

Emmanuel Tjeknavorian, nuovo Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano: un ritratto attraverso le sue parole

Non ha esitato un solo istante per fare capire le sue intenzioni, Emmanuel Tjeknavorian, quando è stato presentato come Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Così ha dichiarato a Enrico Parola del Corriere della Sera: “La mia intenzione è fare comunità, creare nuove connessioni, una audience sempre più grande. Milano ha un milione e mezzo di abitanti, vorrei conquistarne mille a sera”.
Una dichiarazione di intenti senza mezze tinte, che fa perno in primis sull’atteggiamento che si deve assumere, per conquistare così tanto pubblico: “Occorre rendere la sala da concerto un luogo accogliente per tutti, indipendentemente dall’età.” Senza indugiare sull’importanza di una programmazione trasversale, che riesca a soddisfare amatori come neofiti, studenti come pensionati, Emmanuel Tjeknavorian mette in chiaro la sua concezione artistica.
Le esigenze di intercettare un nuovo pubblico, dal post-pandemia in poi, fanno parte delle esigenze dell’intero settore che si occupa di musica sinfonica, ma guai a dimenticarsi di chi non ha mai smesso di seguirla, guai a trascurare la folta comunità di appassionati, di Sostenitori che non hanno mai rinunciato a stare in prima fila per ascoltare l’Orchestra Sinfonica di Milano.

Bisogna lavorare su nuovi orizzonti, rivolgersi al pubblico più ampio possibile creando ulteriori occasioni di crescita per Milano, città con la quale ho scoperto di avere un feeling speciale sin da quando atterravo per la prima volta a Malpensa. 

© 2024 Sergio Bertani
Sfatare un altro importante tabù, come affermato in un’intervista per La Repubblica. Per attirare i giovani in sala basta fare le cose fatte bene, basta suonare con tutta l’energia di cui siamo in possesso. Non c’è bisogno di inventarsi chissà cosa: “E’ la qualità a fare la differenza: quello è l’elemento vincente, perché è ciò che è in grado di far provare emozione e passione”. Emozione e passione, ciò che, secondo Tjeknavorian, ricerca chi va a un concerto, ciò che fa la differenza tra un’esecuzione memorabile e una no. Mai rinunciando alla qualità esecutiva, che va ricercata a tutti i costi, senza fare sconti. La perfezione è tutto. E la ricerca di quest’ultima, come attesa il nuovo Direttore Musicale, non manca all’Orchestra Sinfonica di Milano: “Alla prima prova con l’Orchestra Sinfonica di Milano trovai un senso di disciplina molto nordico. E in più, quella cura del bel suono così italiana, oltre che viennese”. E’ un po’ una convergenza, quella che accomuna l’Orchestra di Largo Mahler al suo nuovo Direttore Musicale: l’esigenza di suonare per esprimere un’emozione, vivendo un sentimento e una passione tutta “mediterranea”, unita alla profonda consapevolezza dell’importanza del rigore, della cura ossessiva del dettaglio.
Sfatare un altro importante tabù, come affermato in un’intervista per La Repubblica. Per attirare i giovani in sala basta fare le cose fatte bene, basta suonare con tutta l’energia di cui siamo in possesso. Non c’è bisogno di inventarsi chissà cosa: “E’ la qualità a fare la differenza: quello è l’elemento vincente, perché è ciò che è in grado di far provare emozione e passione.” Emozione e passione, ciò che, secondo Tjeknavorian, ricerca chi va a un concerto, ciò che fa la differenza tra un’esecuzione memorabile e una no. Mai rinunciando alla qualità esecutiva, che va ricercata a tutti i costi, senza fare sconti. La perfezione è tutto. E la ricerca di quest’ultima, come attesa il nuovo Direttore Musicale, non manca all’Orchestra Sinfonica di Milano: “Alla prima prova con l’Orchestra Sinfonica di Milano trovai un senso di disciplina molto nordico. E in più, quella cura del bel suono così italiana, oltre che viennese”. E’ un po’ una convergenza, quella che accomuna l’Orchestra di Largo Mahler al suo nuovo Direttore Musicale: l’esigenza di suonare per esprimere un’emozione, vivendo un sentimento e una passione tutta “mediterranea”, unita alla profonda consapevolezza dell’importanza del rigore, della cura ossessiva del dettaglio.
Un connubio felice, come è frutto di un connubio armonioso di culture lo stesso Tjeknavorian. “Quando mi chiedono se mi senta più austriaco o più armeno, io rispondo che mi sento viennese”, afferma il Direttore Musicale, attestando immediatamente una coscienza e uno spirito di appartenenza per la capitale secolare della musica, il Tempio europeo e mondiale in cui ad ogni angolo e in ogni piazza si respira musica, camminando per le stesse strade in cui passeggiavano Mozart, Beethoven, Brahms, Mahler, Berg, tutti insomma. Ma la contaminazione, si sa, offre sempre un valore aggiunto, e forse è proprio questa a rendere così speciale la maniera d’intendere la vita e la musica di Tjeknavorian: “L’Armenia ha una cultura musicale straordinaria, ne sono sempre stato affascinato, in particolare dai canti di chiesa armeni, monodie straordinarie che attivano in me sentimenti profondi, richiami di un mondo arcaico che custodisco dentro di me, e che mi ispirano nel fare musica”.
© 2024 Sergio Bertani
Ma fare musica è anzitutto un mestiere, un lavoro quotidiano fatto di minuzia artigianale. Del resto, un musicista così, anzitutto uno strumentista dalle qualità eccezionali che ha vissuto l’intera vita rincorrendo un ideale di suono mettendolo a terra di volta in volta cercando fisicamente la maniera più giusta per ottenerlo, non lavora in astratto. Tjeknavorian è un grande lavoratore, e sa che la musica, per prima cosa, è fatta di arcate, di diteggiature, di colpi d’arco. Infatti, quando è al lavoro con la Sinfonica, lavora minuziosamente a sezioni, ricontrolla le articolazioni di tutti i soli, discute criticamente le arcate, interviene sul “senso” dei vari passi. Tjeknavorian è un direttore che all’orchestra non risparmia niente: tutti gli ostacoli che ci sono in partitura lui non li scansa, bensì li affronta offrendo all’orchestra una chiave per poterli risolvere.
Tjeknavorian, a giudicare da come dirige, sembra aver respirato musica fin dalla culla. E in effetti così è stato. Così prosegue, confessandosi al giornalista Luigi Di Fronzo: 

Volevo salire sul podio a sei anni, emulando papà che è affermato direttore e compositore, ma ho pensato bene di prepararmi seriamente, cominciando dal violino.

Strumento che padroneggia magnificamente, da super-solista, viste anche le credenziali di docente a Salisburgo (incarico che vuole assolutamente tenersi stretto). “La mia vita è la musica e l’arte” dice ancora, “a casa tutti ce ne siamo occupati. Oltre a papà, la mamma è pianista (e le sarò eternamente grato per avermi fatto nascere in una città fervente di cultura come Vienna).”

D’altro canto, Tjeknavorian stesso è giovane, ha appena 29 anni. Ma i suoi interessi, ovviamente, sono completamente incentrati sulla musica. Ma non solo: “Niente mi piace più della musica, quindi non mi sono perso niente nella mia adolescenza. Anzi, sì. Il calcio. Da ragazzo giocavo ogni giorno, ho dovuto rinunciare perché suonando il violino non potevo correre il rischio di rompermi un dito. Adesso seguo da spettatore, tifo Real Madrid. Ma dovrò fare i conti con l’orchestra divisa tra Milan e Inter.”

Dal calcio, e dallo sport in generale, Tjeknavorian mutua il modus operandi, come afferma: “Vi prometto un grande lavoro di squadra. Bisogna fare come gli sportivi, i calciatori che si allenano ogni giorno, e sudano, altrimenti non sarebbero in serie A. Lo stesso dobbiamo fare noi”, ha detto all’Orchestra.
© 2024 Angelica Concari
La Direzione Musicale di Tjeknavorian prende corpo nella Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica di Milano, palinsesto da lui costruito, e che lo vede protagonista in un terzo della programmazione, ben 10 concerti. Tra cui spiccano i capisaldi della Stagione Sinfonica, il Concerto Inaugurale al Teatro alla Scala, e, soprattutto il Concerto di Capodanno. “La sfida più alta sarà a Capodanno con la Nona di Beethoven, l’orchestra la suona da venticinque anni e l’ha maturata con grandi direttori, in primis Riccardo Chailly, per me un modello assoluto; il difficile sarà dare un senso di freschezza, di novità senza cercare una prospettiva interpretativa pretestuosamente diversa.”

Con intelligenza, Tjeknavorian ha messo le basi per una solida Direzione Musicale già nel concerto che lo vide protagonista nel febbraio del 2024, di cui Angelo Foletto scrisse: “Sala stracolma nei due turni, molti giovani, consensi unanimi, feeling evidente con l’Orchestra. Un’accoglienza fragorosamente entusiasta. Un plebiscito artistico e un’incoronazione sul campo per il 28enne Emmanuel Tjeknavorian”.

E’ l’inizio di un grande viaggio insieme.

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