Dopo la scomparsa di Mendelssohn (1847) Wagner lo attaccò nel famigerato pamphlet L’ebraismo nella musica, dove ne definì la musica come un pastiche privo di sentimento e di senso di appartenenza nazionale. Nonostante la diversità tra il Romanticismo alieno dagli eccessi di Mendelssohn e quello di Wagner, proteso all’esaltazione di ogni passione, entrambi guardarono al passato nazionale, il primo riscoprendo Bach, Wagner invece rianimando i miti della Germania.