Nel 1857 Camille Saint-Saens fece il suo primo viaggio in Italia. Aveva 22 anni, e soggiornò a Firenze. Ci piace immaginare un menù semiserio di un pranzo che ebbe in quei giorni, e proporlo al pubblico dell’Auditorium di Milano.
Come antipasto, sulla falsariga di un vero
coup de théâtre
all’italiana, proprio il suo Concerto n. 1 per violoncello e orchestra, in cui il solista letteralmente irrompe sulla scena con un gesto plateale da cui derivano in rapida successione salti, accenti, tremoli, volate verso l'alto, improvvisi crolli verticali. Come primo piatto, la Sinfonia de
L’Italiana in Algeri
di Rossini, che era un’ottima forchetta, e che in un primo ci avrebbe messo sicuramente il guanciale, la salsa di pomodoro e una montagna di formaggio grattugiato. Come portata principale qualcosa di magro ma carico di sapore, la Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 di Mendelssohn, la cosiddetta “Italiana”, e inevitabilmente la più gustosa tra le sue sinfonie.
E come dolce? Chissà. Vedremo se Luigi Piovano, violoncello e direttore, ci regalerà un dessert, al termine di questa scorpacciata.