“
Al momento ci sono due grandi nazioni nel mondo, i russi e gli americani.
Il loro punto di partenza è diverso e le loro rotte non sono le stesse,
eppure ognuna di loro sembra segnata dalla volontà del Cielo
di influenzare i destini di metà del globo
”
Più di un secolo prima della Guerra Fredda, Alexis de Tocqueville si esprimeva così osservando le due grandi potenze che sarebbero state destinate a scandire la storia post-moderna durante il secondo Novecento. Ma la musica è altra cosa, essa non si ferma mai. Anche quando la guerra costringe l’umanità nel dolore, essa continua a proliferare, talvolta celando messaggi che tentano di convincere le persone ad affrontare la storia con il giusto atteggiamento, come nel caso di Candide di Bernstein, una chiara denuncia all’accettazione passiva degli eventi e alla rinuncia all’uso della ragione in nome del pregiudizio e della superstizione, talvolta scontrandosi con violenza contro le circostanze storico-politiche che vorrebbero ingabbiare l’arte in una ideologia, com’è il caso della Quinta sinfonia di Šostakovič, conseguenza della bocciatura della sua Lady Macbeth del distretto di Mcensk da parte di Iosif Stalin.