L’Eroe è figura ideale che ha rappresentato fonte d’ispirazione per artisti e letterati di tutte le epoche. Anche per un musicista di grande sapienza come Richard Strauss, che nel 1898 dà i natali al poema sinfonico Vita d’eroe (Ein Heldenleben), e che, secondo le sue stesse parole, non fa riferimento “a una singola figura letteraria o storica, ma piuttosto a un più libero e generico ideale di grande e coraggioso eroismo”. Musicista mai scontato (e men che mai retorico), Strauss tratta qui due importanti soggetti a lui assai cari: lo struggersi dell'individuo tra universo interiore e mondo esterno, e la profondità dell'amore domestico. Questa lettura funge da punto di partenza per il terzo lavoro di teatro musicale ispirato al Mito classico composto da Silvia Colasanti, di cui si propongono due dei tre monogrammi per Attrice, Coro femminile e Orchestra su testo tratto dalle Epistulae Heroidum di Ovidio. Immaginarie lettere d’amore, di lontananza e di morte, caratterizzate dal tono nostalgico per un passato felice e dal disperato desiderio di riviverlo.