Nell’aprile 1902 gli artisti viennesi allestiscono una apoteosi di Beethoven nel Palazzo della Secessione (il loro movimento), capolavoro di Josef Hoffmann. Attorno a una possente scultura di Max Klinger, allestiscono un Fregio di 34 metri ideato e dipinto da Gustav Klimt, una visionaria allegoria dell’Inno alla Gioia. All’inaugurazione Mahler esegue l’Inno in una propria versione per strumenti.
L’intera concezione dell’avvenimento è direttamente influenzata dall’interpretazione di Beethoven tracciata da Wagner a partire dal 1839, poi perseguita musicalmente e con numerosi scritti.
Per questa ragione resta fondamentale non solo nella storia della Nona e della pittura del Novecento. Esso infatti rappresentò forse l’unica vera realizzazione del programma wagneriano dell’Opera d’arte totale.