Le otto montagne
, romanzo di Paolo Cognetti che si è aggiudicato nel 2017 il Premio Strega, condensa in due righe il significato della
Sinfonia delle Alpi
di Richard Strauss: “
La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio tempo e misura
.”
Silenzio, tempo e misura. Forse non esistono tre termini più musicali di questi, tre concetti che ontologicamente riescano a rendere l’idea della cadenza dei suoni e della vita, scandibile in battute o in immagini, in fortissimi e in pianissimi, della vita che scorre lungo il torrente, sul ghiacciaio, sui pascoli o sui prati fioriti, ognuno con un suo metro e con una sua armonia, con un suo timbro e con una sua indicazione agogica. Dal brulicare della penombra in crescendo, prima che i raggi solari facciano capolino oltre le cime, fino al glorioso tema del sole maestoso alto nel cielo, in tutt’altra tonalità, dai belati delle greggi allo scintillio della cascata, dai passi pesanti della salita fino alla paura sul crepaccio. Nella Sinfonia delle Alpi, vita e musica si intrecciano senza soluzione di continuità, in una partitura circolare che inizia e finisce nella notte. Perché è durante il giorno che la vita si manifesta, e durante il giorno si rende visibile il Tutto. Da immagini a suoni il passo è breve. Se sei Richard Strauss.
E i sentieri montani ti sono familiari come i pentagrammi della partitura.